Cancellieri:"Le lobby ritardano le riforme". E ora?


Gazzetta del Pago
Forse solo da un ministro tecnico poteva arrivare una tale dichiarazione, perché fuori da ogni schema politico. La Guardasigilli Cancellieri infatti martedì ha dichiarato che ci sono alcune lobby in Italia(soprattutto tra avvocati e affini) che "impediscono al Paese di diventare normale". E poi: "tra i partiti non c'è sentimento comune sulle modifiche, anzi c'è solo a parole". Poi prosegue: "Quando vai a toccare un singolo caso scatta un meccanismo di lobby e di campanilismi''.



Il Guardasigilli prende l'occasione per intervenire sul tema caldo della giustizia, al convegno di Confindustria, e racconta le difficoltà incontrate non solo sulla riforma della geografia giudiziaria, ma anche sulla mediazione obbligatoria. E in particolare sulla riforma dei tribunali Cancellieri parla di una "battaglia che combattiamo tutti i giorni", ma sulla quale "non possiamo arretrare".
Poi la Cancellieri è tornata sulla vicenda della gaffe e delle proteste degli avvocati napoletani sabato durante un convegno, definendola "una grave gazzarra". "Li vado ad incontrare così me li levo dai piedi", aveva detto il ministro nel fuorionda svelato dai microfoni di SkyTg24. Sul piede di guerra l'Ordine degli Avvocati di Napoli che chiede le scuse del ministro.
Pare ovvio che la vicenda che avrà più risonanza sarà quella riguardo le lobby: una frase quella della ministra che nessuno ha il coraggio di pronunciare, perché non rispetta il gioco delle parti, politiche e affaristiche. Se in Italia si fossero combattute meglio le lobby sopra citate forse saremmo in altre acque...
Ma il problema è: chi ha voglia di lottare contro queste potenze, questi gruppi chiusi, ma al contempo aperti su tutti i fronti?
Chi, di questo nostro governo, avrà il coraggio di gettare la maschera del partito e rimboccarsi le maniche per il bene del paese?
Ora siamo ad un bivio: continuare sulla solita strada degli slittamenti, del prolungare, con solo qualche voce isolata di vera volontà di cambiamento, mentre milioni di persone chiedono, e in fretta, solidità; oppure voltare pagina, ripartire dal territorio, stare con i cittadini, "in mezzo alla strada" (senza populismi, per carità), vedendo di che cosa ha realmente bisogno la gente. Per esempio, per tornare a vicende attuali, può mai essere che per eleggere un vicepresidente della camera ci vogliano così tante sedute e così tanti giorni di litigi? Finché sarà così in Italia avranno piede libero le lobby e il loro immobilismo.

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