Contro la "globalizzazione dell’indifferenza", papa Francesco ha commosso Lampedusa e l’Italia, ma c'è chi ne approfitta.

Lunedì il Papa Francesco ha visitato l'isola di Lampedusa, sempre afflitta dal problema degli sbarchi dei migranti. Come primo viaggio ha scelto-poteva andare da qualsiasi capo di stato o in qualsiasi suite d'albergo esistente al mondo-di condividere qualche ora con gli ultimi. Ed ha lanciato un forte segnale alla politica, senza scendere nei populismi. Ha chiesto che le barbarie accadute in questi anni non accadessero più, ha chiesto perdono per tutte le innocenti vittime del mare, sui cui corpi nessuno ha mai pianto. Ed ha denunciato la globalizzazione dell'indifferenza, in cui ognuno vive come in una bolla di sapone. 
Le sue parole hanno unito tutti, ma c'è chi le ha usate per fare politica. Chi?
In prima serata su La7 è arrivato Walter Veltroni, che parlando di immigrazione ha detto: «Ci dovremmo preoccupare perché tra un po’ gli immigrati non arriveranno più da noi perché non c’è lavoro»
Affermazione politica, perché mette in risalto solo la negatività. E poi, non sarebbe meglio occuparsi anche, non dico prima, ma anche, del lavoro agli italiani? No, perché il PD sa di guadagnarsi politicamente, e non coi fatti, fette di popolazione a suon di frasi a cui non  viene dato seguito.
La politica deve senza dubbio ascoltare i moniti del Papa, confrontarsi con le alte sfide di quella missione spirituale, ma d’altra parte converrebbe anche interrogarsi sui risultati concreti delle "sanatorie" degli ultimi anni. Qual è il rapporto costi-benefici delle recenti politiche di emersione del lavoro immigrato? Cosa si nasconde nel buco nero del mercato legato ai permessi di soggiorno?
Cosa potrebbe fare il PD? Svelare  luci e ombre dell’umanitarismo quando si fa industria della accoglienza, contribuendo in fin dei conti a peggiorare quella situazione economico-sociale già tragica.

Gli aspetti economici legati al fenomeno migratorio vanno interpretati non per restare indifferenti davanti al “sangue versato dai nostri fratelli”, come insegna papa Francesco, ma  con l’obiettivo di dare delle concrete opportunità a chi arriva in Italia, non per prendere voti e poltrone, e salvare capra e cavoli.

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