Caso Tavecchio: l'ennesimo moralismo italiano.



di Paolo Brescia
(pubblicato su gdp.it, edvita.blogspot.it)


Si fa un gran parlare, a distanza di giorni, del presunto "caso Tavecchio". Candidato alla presidenza della FIGC, in un discorso pubblico,Tavecchio, parlando di immigrati ed extracomunitari nel calcio si è così espresso: « L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree... »

In molti, da subito, hanno iniziato a mettere in dubbio la sua idoneità a ricoprire l'incarico di nuovo numero uno del massimo organo calcistico italiano, mentre i presidenti delle varie Leghe di Serie A, B e Pro stanno cercando, da giorni, di attenuare il significato delle sue parole.
Il 28 luglio 2014 la FIFA ha chiesto alla FIGC di aprire un'indagine sul caso, ricordando alla Federcalcio come la lotta contro il razzismo sia obiettivo di massima priorità. Da camera, senato, e il diretto concorrente Albertini(che parla di "tolleranza zero"...chissà perché?) arrivano le richieste di scuse, che lui prontamente invia, o -peggio-inopportune richieste di dimissioni.
Insomma, si evince da queste poche righe che si è scatenata la solita reazione polemica e moralista nei confronti di un personaggio molto particolare, che la forma la cura poco, ma che possiede quel pizzico di politicamente scorretto che in Italia forse sarebbe d'aiuto, anche nel calcio. E invece non vogliamo cambiare. Per carità, la frase-con quella forma-è infelice, ma va valutata nell'insieme, cosa "strana", mai praticata dalla stampa nostrana. Sono pochi quella a dire che la frase vada rivista sotto un'altra luce. Tavecchio voleva dire che il problema del calcio italiano è quello dei troppi stranieri, e questo per la nazionale è un peso, un guaio che si presenta a mondiali ed europei, momento in cui vediamo la nostra soffrire, senza giovani: allora anche noi vorremmo più italiani nelle squadre, ma non pensiamo che quando Tavecchio veniva subissato di critiche, era proprio questo stesso innocente monito che voleva lanciare.

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