#Mattarella, l'uomo giusto? #quirinale2015

da wired.it

Riservato, democristiano, con la schiena dritta: così viene descritto da giornali e commentatori Sergio Mattarella che, se i pronostici non ingannano e nemmeno le letture delle ultime ore, potrebbe diventare il nuovo presidente della Repubblica sabato, alla quarta votazione, con maggioranza assoluta.

Un lungo cursus honorum per il politico siciliano nato a Palermo nel 1941, figlio del già ministro Bernardo e fratello di Piersanti, ucciso dalla mafia nel gennaio 1980 mentre ricopriva la carica di presidente della regione Sicilia: eletto alla Camera dei deputati nel 1983, nel 1987, nel 1992, nel 1996, nel 2001, e nel 2006, Mattarella è stato ministro dei rapporti con il Parlamento, ministro della Pubblica istruzione nel sesto governo Andreotti, da cui si dimise nel 1990 a causa dell’approvazione della legge Mammì sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato in Italia,ministro della Difesa. Si deve a Mattarella l’abolizione della leva obbligatoria.

Anche gli anni successivi a Tangentopoli e alla disgregazione della Dc vedono Mattarella protagonista come promotore delPartito popolare italiano, vicepresidente del Consiglio nel primo governo D’Alema, presidente del Comitato per la legislazione. Per nomina parlamentare, dal 2011, è giudice della Corte costituzionale, eletto con 572 voti: avvocato, ha insegnato anchediritto parlamentare all’Università di Palermo.

Il suo nome è legato anche e soprattutto alla legge elettorale, altrimenti definita Mattarellum, adottata dal 1994 al 2001 e spesso rimpianta nella stagione del Porcellum: prevedeva infatti collegi uninominali e un sistema maggioritario per il 75 per cento degli eletti. Una quota proporzionale assegnava il restante quarto dei seggi mentre famoso resta il meccanismo dello scorporo, per tutelare i piccoli partiti.

Per alcuni Mattarella è il candidato ideale, per altri è un profilo grigio ma inattaccabile, per altri un futuro presidente di poche parole: la sua riservatezza è già vulgata popolare, anche in rete, se è vero quanto riporta l’Ansa, che avrebbe rilasciato in tuttoventinove dichiarazioni in dieci anni. Quando parla, però, le parole restano: dalla definizione di “incubo irrazionale”, coniata pensando a un potenziale ingresso di Forza Italia nel partito popolare europeo, al secco rifiuto sulla Mammì, ritenendo che “porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia, in linea di principio, inammissibile”.

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