Il conflitto d'interessi di Maria Elena è chic, ci piace

Editoriale di Paolo Brescia
Le recenti immagini dei risparmiatori traditi, affranti, disperati, colpiscono. Angosciano un po', a dirla tutta. Se è vero quel che capiamo interpretando ciò che ci propinano, come è possibile che migliaia di risparmiatori siano stati truffati così? Di risposte ne potremmo dare tante, dalla più giusta alla più sbagliata, dalla più moderata a quella più estremista, da quella più retorica a quella più populista. Non servirebbe a far riavere i soldi a chi li ha persi, questo è chiaro ed il recente episodio di suicidio di uno dei truffati ce lo ricorda.
Il punto è un altro. Ci chiediamo: ma i defensor populi dove son finiti?, i compagni-no-banche che, se al governo ci fosse stato Berlusconi, avrebbero messo a ferro e fuoco l’Italia, magari anche a ragione, o con senno (non sempre). Dove sono gli scoop sensazionali di Repubblica? Dov’è il Pd che si stracciava le vesti?. “Io non posso salvare tutti, stiamo lavorando a una soluzione”, ha detto ieri Matteo Renzi, intervenendo per la prima volta. “Mio padre è una persona perbene, se sento un senso di colpa è verso di lui”, ha affermato invece Maria Elena Boschi. 
Nessuno grida. Ma non sarà che qualcuno, da quel lato, negli anni, ha usato e continua a utilizzare il conflitto di interessi di Berlusconi per nascondere i propri? Che magari, alle volte, sono anche un po' più biechi e grossi di quelli dell'Ex Cav?

tratto e riadattato da qelsi.it

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