Combattere l'orrore è la sfida dei nostri tempi

#prayforNice

di Paolo Brescia

La strage di Nizza (almeno 84 morti), che arriva a due giorni dal disastro ferroviario pugliese, ci atterrisce ancora una volta. L'ennesima. E non sarà l'ultima. Ma come fai a freddare quel mare di gente in festa? Come fai ad ammazzare senza pietà decine di bambini? La rivendicazione ufficiale di IS non è ancora arrivata, quando sale il bilancio dei morti e feriti. Cresce la paura in Francia, uno stato asserragliato, senza sicurezze, in bambola. Non serve ora aprire discussioni politiche, anche per evitare lo sciacallaggio mediatico classico dopo eventi del genere. Serve riflettere, rimboccarsi le maniche e agire in qualche maniera. Altro che pennarelli della pace, dobbiamo, aldilà delle frasi fatte da quattro soldi, recuperare la nostra umanità migliore per sfidare l'orrore. Dobbiamo replicare allo smacco di chi diffonde il terrore, con la semplicità della nostra libertà e civiltà. Per farlo dobbiamo essere sicuri e consci di avere una riserva forte di identità. Identità che sia universale, chiaro, ma mai come ora, occidentale. Perché siamo arrivati al punto in cui non è certo il rifiuto del "diverso" che aiuta, ma senz'altro l'evidenza della forte disparità di contenuti e la risposta secca a chi propaga l'odio in giro per il mondo.

Siamo amici, siamo accoglienti, siamo integranti. Ma con senno. I rischi della feroce perdita di identità (si parla in primis di identità sovranazionale, a scanso di equivoci polemici) sono lampanti. Senza dimenticare, che dietro tutti i discorsi su appartenenza, fede e religione, spinge la crudezza simil-islamista anche la forte motivazione economico-sociale conseguenza di tanti nostri paternalismi fiacchi che non hanno di certo aiutato la già vibrante situazione.

Non ci resta che ripartire, ancora una volta. Europa, unita. Nazioni, insieme.

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