Il rapporto con i media: se non ci conosce nessuno, chi parlerà di noi?


Siamo arrivati al penultimo appuntamento con gli approfondimenti sul lavoro degli uffici stampa nelle realtà sportive. Come sempre, tutto si può applicare anche alle altre realtà locali, ma traendo le dovute, decisive, differenze.

Oggi parliamo di "media relations", per dirla in grande. In realtà parliamo di un mondo che da sempre affascina chi fa questo lavoro. Un mondo in cui non c'è ricetta giusta o sbagliata, ma solo una serie di possibilità di sviluppo, con tanti rischi e forse altrettanti benefici. Parliamo del rapporto, anche umano, che si crea tra organizzazioni e stampa, tra giornalista e addetto stampa, tra realtà locali e media locali, ecc.


In teoria tutti vogliamo la stessa cosa. Un media locale vuole comunicare il territorio (con l'aiuto di istituzioni e piccole realtà), un progetto, un'azienda, un club sportivo...vogliono agire nel territorio, sia esso piccolo o vasto. Arrivare alle persone è il nostro obiettivo. Allora, se questo presupposto coincide, con onestà, di solito il modo di lavorare assieme si troverà spontaneamente. E ciò succede spesso. Il punto è, semmai, che i meccanismi possano risultare poco oliati. Poco pratici e poco adattabili. In questo campo serve competenza. Vediamo alcune cose.

I criteri per mantenere un buon rapporto con la stampa possiamo dividerli in
AFFIDABILITÀ e
ORIGINALITÀ

Sono questi due canoni-chiave, visti i ritmi dei quotidiani. Le redazioni presentano scadenze diverse dalle vostre, con carichi di lavoro imponenti soprattutto in vista delle edizioni del lunedì (ambito sportivo, s'intende) e del weekend. I siti internet, invece, hanno bisogno di cose semplici, già pronte, corrette, e inviate rapidamente. Insomma, per costruire un buon rapporto bisogna stare al passo, capire i tempi, farsi carico, nei limiti del tempo a disposizione, di ciò che serve. Così si crea un rapporto di fiducia basato, appunto, sul canone della disponibilità e affidabilità.

E come si invia un comunicato? Questo è un discorso a parte, per il quale non basta un articolo. Le regole sono poche, però: immediatezza, precisione, brevità, foto+testo, eventi di rilievo. E farsi il nome sul campo, più che con proclami. Questo è il miglior strumento. "Se Maometto non va alla montagna..."

E' necessaria anche una dose di originalità, perché se non sapete essere attraenti per il giornalista che va in fretta e furia, non ci siamo. Cercate di impressionare, raccontando comunque la vostra realtà e non cose pazzesche, restando quindi ancorati alle attività che fate ma dando un taglio "olimpico", se siamo nell'ambito sportivo. Glorioso, sì, ma realistico. Parlate di cose belle perché di brutti episodi ce ne sono troppi, promuovete eventi, aste, collette, cene solidali, ma senza farlo "perché lo fanno tutti": è ancora peggio, così, e alla fine si nota.

E' molto efficace per te, per il tuo quartiere, per il giornale locale, sia esso web o carteceo, ecc...Per tutti è molto efficace parlare di valori, arrivare a chi possiede questi valori e non sa che a pochi passi da casa c'è chi la pensa come lui. 

...Ma se nessuno glielo dice?

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