Traditi e traditori, la logica illogica della TV


| Paolo Brescia |

Flavio Insinna non sarà un grand'uomo, probabilmente. Sfido a considerare invece i signori di Striscia la Notizia santoni da altare, Paolo Bonolis novello San Francesco, Gerry Scotti, Teo Mammuccari, e il calderone dei presentatori Tv un casto insieme di puri dal cuore tenero e zeppo di buona fede. Dunque, la storia arcinota che ha riempito i tabloid italiani in settimana, fino alla Live facebook del conduttore Rai di ieri sera, potrebbe (dovrebbe) chiudersi con una sola ed amara considerazione: la vita è fatta di traditi, e traditori. Lo abbiamo letto da piccolini al Catechismo e da lì a cascata lo abbiamo incontrato nel nostro agire quotidiano. Abbiamo tradito, lo siamo stati. Insomma, nulla di strano, nulla di irreale, verrebbe da dire.

Tutto l'accaduto, infatti, corrisponde ad una logica, ad un sentiero notevolmente battuto, da ricercare e inserire però nel Modello Televisivo. Colpa e ragione, qui, prendono confini più ampi e contorni sfumati, non potendo rispondere a logiche semplici, del tipo "chi ha sbagliato-chi invece opera per amor del vero". A chi legge verrà da replicare che è una ovvietà banale asserire che "anche Striscia ha le sue ombre", ma si continuerebbe sulla stessa scia, quella del rintracciare gli errori, come fossero momenti di debolezza in un cammino solcato però da ottime intenzioni. Dunque, nel contesto, Insinna e Striscia sono lottatori, si fanno la concorrenza, alcune volte sbagliano, ripartono, ecc. Sono traditi e traditori.

E a noi cosa ne viene? Striscia La Notizia, Affari Tuoi, a ruota il resto del polverone mediatico, sono lo stesso prodotto, la stessa idea. Nessun complotto o inganno, attenzione: sono quello che chiediamo da sempre, e che ci viene "elargito" (si intende, ad un costo, ma pienamente giustificabile): il luogo in cui il Noi si sostituisca al Voi, al Loro. La lucida realizzazione di un momento, quello della fruizione televisiva, in cui i traditi e i traditori analogici, di casa nostra, spariscono, per lasciare spazio a sentenze, e sentenziati. Lì siamo imbattibili.

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