Paolo Brescia

La guerra è guerra, non si scherza: infatti il terreno di scontro ha preso pieghe apocalittiche (giustamente, vien da dire, per un discorso di strategia...tragicamente, invece, per il buon senso): il terrorismo di matrice islamica, la piaga dell'immigrazione clandestina, la perdita di senso di appartenenza...
Eppure un distinguo, di buon senso, si rende necessario: con lo Ius Soli abbiamo a che fare con bambini, personcine che probabilmente troverebbero con l'acquisizione della nostra (magnifica) cittadinanza, una protezione, un sussidio necessario. Ma poi ci sono anche i tanti casi, senza estremizzare, di chi sta bene, anche di famiglia, e la cittadinanza la vedrebbe di buon grado perché consapevole di essere più italiano che altro.
E l'immigrazione cosa c'entra? Sì, si dirà: i nati in Italia da genitori immigrati in tragiche condizioni potrebbero accedere alla cittadinanza, dando così sostegni di varia natura (che arriverebbero comunque, pensate per esempio agli aiuti della CE) ai propri genitori che probabilmente hanno lasciato il loro territorio martoriato da sciagure di vario tipo.
E il terrorismo di matrice islamica: conseguenza di ius soli o di carenza totale di integrazione, che porta alla ghettizzazione che produce solo esacerbazione e una conseguente aggressività? Si prendano le banlieue francesi o i casi londinesi...
Chiaro che il furto di identità pesa, visto ideologicamente o in forma astratta. Chiaro che ci saranno casi da monitorare. Chiaro è anche che si sta discutendo di una forma temperata di Ius soli.
Importante è anche definire, con un sentimento di giustizia forte, che la Nostra Patria, la Nostra cittadinanza, è una cosa talmente bella, e di cui andare fieri, che condividerla con chi, nelle forme e nei modi stabiliti dalla legge (senza calderoni confusionari), lo meriterà, è un motivo in più per sentirsi, fieramente, Italiani.
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