Il matrimonio che non esiste, e il vuoto delle sinistre

 | Paolo Brescia |

La situazione a 6 mesi circa dalle Europee.

Ma nemmeno divorziati in casa. I due qui in foto, in realtà, non si son mai sposati. E' che uno di loro, in realtà, non lo sa.





Che poi non è questione di unioni civili, che si sa il tema dei diritti non è contemplato dal contratto, il sacro vincolo che ha fatto fin qui da anello nuziale al matrimonio che non c'è.

Le notizie le avrete lette, insomma, è esplosa la polemica, l'ennesima, in questo burrascoso governo capace in meno di 6 mesi di stracciare qualsivoglia record raggiunto dai precedenti esecutivi repubblicani. Questa volta gli inceneritori, domani la manovra, ieri era il reddito di cittadinanza, dopodomani gli sbarchi, poi la prescrizione, e ancora i condoni, poi il ruolo della stampa e dell'editoria, poi il Vax/No Vax. Valori e disvalori, si gioca a chi ha il valore più grande: è un gioco da ragazzi, e due vicepremier cosa sono se non due ragazzi, meno male c'è il Premier. E invece. Giuseppe Conte, il vero fantasma del governo del cambiamento, che, dal confino, manda segnali, dice che tutto è unito, tutto è in gran forma.

La situazione pre-Europee: Lega e 5S fanno ormai fatica a distinguersi sul campo europeo, e invece con gli elettori - in vista della tornata elettorale, un momento cui stare sempre attenti nonostante non abbia lo stesso peso della volata alle politiche - debbono trovare necessariamente il loro point of difference annullando questo finto matrimonio ad ogni intervista e su ogni macro tema. Un gioco delle parti in cui guadagna terreno Salvini che consolida il suo elettorato di destra (24-25% circa) e mangia pezzi di destra all'elettorato 5S (5-7%), rosicchiando qualcosina da FI (1-3%) e portando avanti sempre più l'azione di inghiottimento di FDI (2-4%). Facciamo insieme i conti, qui da noi fa 39% andando sui massimali. Un governo-verde in solitaria è all'orizzonte: Salvini lo sa, ma questo processo è una patata bollente, infiammata, accesa: va gestita con un continuo rimbalzo di responsabilità sui meno abituati cugini stellati. Per ora il giochino dice Salvini, e appena sarà possibile ufficializzare il divorzio...altro che Isoardi, altro che "buona vita, amici". E sarà una mazzata. Ci sarebbe un paese alla finestra, per dire.

Ma l'alternativa c'è. Eccome se c'è.

E il PD? Il PD si chiude nel suo congresso, quello del grande assente, Renzi, che sabato ha disertato l'assemblea. Si chiude nella fase meno comprensibile all'esterno della sua altalenante storia. Chi parla di andare oltre, capisce e percepisce la necessità di molti elettori moderati (un 30-35% almeno di elettorato italiano) di respirare centro, di muoversi a sinistra ma senza passi estremi. In medio stat virtus, una volta era così, oggi l'inconsistenza ha disgregato un partito che, voci dall'assemblea nazionale rese virali dai social, difende le elite, è arrogante, e non ha capito il Paese. Lo dicono a loro stessi nei momenti assembleari, nelle fasi in cui la pletora emerge e cade quel fare che appartiene ad altri, per carità poco virtuoso sul piano stilistico eppure tanto efficace nella politica attuale: i gesti. Possono più e dicono più delle parole, oggi vuote, del PD: che resta, va detto, un contenitore in se davvero intrigante. Il mondo, fuori, avanza, ma al Nazareno le cose procedono lente come in un film del passato.

Intanto, le sinistre-sinistre si disgregano sempre più in frantumi, destino di chi vuole andare al di la dei leader, e finisce per cadere in un leaderismo di ritorno di cui più volte si è parlato, ed ecco che Leu già è imploso, Potere al Popolo si è spaccato e degli altri non si parla nemmeno più. Un cappello che tutto insieme arriva al 3%, stentato.

Guardare a destra oltre la Lega, poi, è diventato impossibile, per i già pochi dell'ambiente: il partitone verde ormai sempre più famelico si è mangiato tutti, e CasaPound non è più nulla, FDI un fantasma, le altre formazioni tutte finite dentro il Carroccio (in pochi lo sanno, ma è così). Resterà un 2% fuori sistema, ma è inerme.

Questo il quadro con cui a fine 2018 ci presentiamo alle europee, ma la partita, che è tutto giallo-verde, si giocherà proprio sull'atto del divorzio, anzi dell'annullamento di matrimonio. Causa? Non è mai esistito connubio tra le due anime in foto: l'ideologia non vale bene un contratto...figuriamoci i voti degli elettori. Figuriamoci la poltrona. E del tema poltrone, lo diciamo senza paura di smentita, stanno diventando professionisti anche i pentastellati. All'ombra di un progetto, un disegno -Casaleggio che, mentre noi dibattiamo di futilità, va avanti, con buona pace delle stelle, delle stalle e delle leghe.

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